Lo Studio

Il Codice Etico

Il Codice Etico dello Studio è l’espressione delle regole di condotta adottate nella esecuzione del lavoro e degli incarichi assunti. La missione dello Studio è lo svolgimento dell’attività professionale del Dottore Commercialista nel rispetto della conoscenza, della cultura, della deontologia professionale, e delle problematiche del cliente richiedente, anche con l’utilizzo di tutti gli strumenti operativi, di formazione ed informazione che la tecnologia mette a disposizione. Alla base vi è l’uomo divenuto, o che ambisce a diventare, un professionista. Collaboratori e dipendenti sono tenuti a fare proprie queste regole adottando azioni e comportamenti coerenti. Il Codice Etico è portato a conoscenza di dipendenti, collaboratori, clienti e fornitori, ed ognuno è tenuto al rispetto dei principi enunciati, e l’osservanza è un dovere per ognuno. 1. Principio dell’aggiornamento professionale e della competenza Nell’espletamento dei propri servizi professionali occorre utilizzare il bagaglio più appropriato di conoscenze, competenze ed esperienze acquisite, e da acquisire in considerazione della continua variazione ed aggiornamento delle materie professionali; è fatto obbligo a collaboratori e dipendenti segnalare carenze di cultura professionale, segnalare necessità di formazione ed aggiornamento, partecipare alla formazione secondo le sollecitazioni del titolare. Occorre continuamente migliorare la propria preparazione professionale, l’efficacia e la qualità dei servizi resi: la cura del proprio aggiornamento professionale è alla base della capacità. 2. Principio dell’integrità L’integrità permette di stabilire un rapporto fiduciario tra titolare, collaboratori, dipendenti, clienti, fornitori e professionisti terzi, costituisce il fondamento dei rapporti interni ed esterni, e è alla base dell’affidabilità, della valutazione e del giudizio professionale. Il rispetto della deontologia professionale costituisce il fondamento del rapporto con il cliente. Il professionista, tanto nella vita professionale che nella vita privata, oltre al rispetto della normativa vigente, deve agire con integrità, onestà e correttezza che anche attraverso l’assenza di “discriminazioni di religione, razza, etnia, nazionalità, ideologia politica, sesso o classe sociale”. L’integrità si estrinseca anche evitando che il professionista “sia associato” ad affermazioni non veritiere, fuorvianti o comunque omissive. Dal punto di vista pratico, il professionista non deve perseguire “utilità non dovute” e deve adempiere “regolarmente” alle obbligazioni assunte con clienti o terzi, a tale disposizione consegue che “costituisce violazione dei doveri professionali il mancato, ritardato o negligente compimento di atti inerenti al mandato o alla nomina”. 3. Principio dell’obiettività Nel raccogliere i documenti, valutare ed elaborare le informazioni attinenti l’attività od il processo lavorativo occorre manifestare il massimo livello di obiettività professionale. Tutti i fatti vanno esaminati e rilevati senza indebite influenze nella formulazione delle proprie azioni e giudizi. Il professionista deve agire senza “pregiudizi, conflitti di interesse o pressioni che possano influenzare il suo giudizio o la sua attività professionale”, evitando qualsiasi “relazione” che possa comportare tali influenze. Nel concreto esercizio professionale, vi è obbligo di rendere i propri pareri senza farsi influenzare dalle aspettative del cliente ed in piena obiettività, “evidenziando, se del caso, le riserve necessarie sul valore delle ipotesi formulate e delle conclusioni raggiunte”. 4. Principio della competenza, diligenza e qualità delle prestazioni La cura dell'aggiornamento professionale è alla base della capacità. La formazione continua è garanzia di competenza in favore della qualità della prestazione resa al cliente che si declina nell’obbligo del professionista di fornire un livello prestazionale qualificato anche attraverso l’adeguata competenza dei collaboratori e una organizzazione “materiale e personale” dello Studio conforme alle prestazioni da eseguire. La garanzia della “adeguata competenza” si determina anche attraverso la capacità di non accettare incarichi in materie nelle quali non si abbia specifica esperienza, e di comunicare al cliente l’eventuale collaborazione con altri professionisti per l’espletamento dell’incarico ricevuto. 5. Principio della riservatezza Esprime il rispetto del valore e della proprietà delle informazioni ricevute che non possono essere divulgate senza specifica autorizzazione, salvo che non lo impongano motivi di ordine legale o deontologico, nel qual caso si riferisce e relaziona immediatamente al titolare. Collaboratori e dipendenti dello Studio sono impegnati alla tutela del know how amministrativo, tecnico, professionale e più in generale, delle metodologie dell’attività e della operatività dello Studio che costituiscono anche il bagaglio di formazione professionale che ciascuno acquisisce durante la frequentazione. La riservatezza va oltre il segreto professionale e la tutela dei dati personali previsti dalla legislazione vigente e si qualifica come “assoluto riserbo e riservatezza delle informazioni acquisite” che non devono essere utilizzate per ottenere vantaggi personali per se stessi o in favore di terzi. 6. Rapporti con amministrazioni, interlocutori esterni e interni Non è consentito offrire o ricevere incentivi od altre utilità in quanto possono essere intesi come ricerca di favori. Tanto nei rapporti con i terzi e nei rapporti interni occorre sempre assumere le regole di deontologia professionale caratteristiche della professione. Se nel rapporto con il terzo si può determinare un conflitto di interesse questo va immediatamente rappresentato al titolare dello Studio, ed in sua eventuale assenza alla persona che lo rappresenta. Nei rapporti con i terzi non è consentito proporre, od esaminare proposte, di qualunque possibile collaborazione personale con il terzo proponente o con terzi estranei. 7. Conflitto d’interessi Quando gli interessi o le attività personali possono condizionare la capacità di operare o collaborare con lo Studio si determina il conflitto di interesse. In questo caso occorre chiedere al titolare di autorizzare l’astensione o la sostituzione nell’azione. 8. Tutela del lavoro Lo Studio è impegnato ad assicurare la professionalità e la competenza di dipendenti e collaboratori in quanto rappresentano un valore per il prestigio e la credibilità dello Studio. Nei limiti delle competenze e responsabilità a ciascuno affidate, dipendenti e collaboratori devono fondare il loro comportamento sul reciproco rispetto e correttezza escludendo ogni forma di intimidazione o molestia, dovendo svolgere la propria attività con senso di trasparenza, responsabilità, diligenza e spirito collaborativo. Lo Studio è impegnato ad assicurare a dipendenti e collaboratori ambienti e strumenti di lavoro idonei. Ogni dipendente o collaboratore che nello svolgimento dei propri incarichi venga a conoscenza di comportamenti che possano costituire atteggiamenti di soggezione o coercizione per un’altra persona deve darne immediatamente notizia al titolare. Nello svolgimento delle attività, tutti sono tenuti al rispetto delle norme vigenti assicurando la massima accuratezza, collaborazione completezza e chiarezza nella produzione di documenti ed elaborati. 9. Decoro e dignità professionale Il comportamento del professionista e dei collaboratori deve essere “consono alla dignità, all’onore, al decoro ed all’immagine della professione, anche al di fuori dell’esercizio della stessa”, e deve anche essere “conforme al dovere di lealtà”. Il professionista deve “astenersi da qualsiasi azione che possa arrecare discredito al prestigio dello Studio, della professione e dell’Ordine al quale appartiene”. Ognuno deve comportarsi con “cortesia e rispetto” nei confronti dei soggetti con i quali entra in contatto nell’esercizio professionale.